La paralisi del nervo facciale

Parleremo qui delle paralisi periferiche (quelle del nervo cioé, e che comportano problemi alla chiusura dell'occhio) e non delle paralisi centrali, legati a ictus cerebrali, che non hanno terapia specifica. Per la patologia del neonato si veda il capitolo apposito sulle paralisi neonatali.

Si suddividono in spontanee (dette anche di Bell o "a frigore") o provocate. Le cause principali sono infezioni virali, malattie congenite, traumi con fratture della base cranica, ferite del volto, asportazioni di tumori della parotide o di tumori intracranici dell'angolo ponto-cerebellare, come il neurinoma acustico.

Le paralisi spontanee spesso hanno una buona guarigione anche se talora la ripresa stenta o é incompleta. Va fatta attenzione alle paralisi che si ripetono, specie dallo stesso lato, perché potrebbero essere espressione di una patologia a carico della parte ossea contenente l'apparato uditivo.

Nel caso di paralisi conseguenti a traumi o all'asportazione di tumori, le soluzioni vanno considerate da caso a caso; modalità del trauma e tempo trascorso dalla paralisi danno luogo a trattamenti diversi, sia conservativi sia di ricostruzione chirurgica. Tuttavia, elemento comune a tutti i casi é la necessità di una valutazione precoce per impostare la condotta terapeutica più corretta.

Un trattamento tardivo infatti può compromettere la qualità dei risultati e può esporre l'occhio interessato dalla paralisi al rischio di cheratiti e a conseguenti gravi problemi visivi. Talora l'impianto precoce di un semplice peso d'oro palpebrale (vedi figura) previene danni irreparabili alla vista.

Un capitolo a parte é poi costituito dall'eccesso di funzionamento del nervo, detto spasmo del facciale e dalla mancanza congenita di parziali o interi segmenti delle strutture neuromuscolari deputate alla funzione volontaria e viscerale dei nervi facciale ed intermediario. In tale ambito costituisce oggetto di studio la complessa patologia del facciale di tipo connatale.