La tossina botulinica

L'utilizzo della tossina botulinica (prodotta dal Clostridio botulinii - batterio anaerobio che provoca un avvelenamento da cibi mal conservati) è usata in medicina da oltre 15 anni e fece il suo esordio nel trattamento dello strabismo. I suoi usi si sono poi moltiplicati, in special modo nel trattamento della spasticità e della paralisi cerebrale infantile, per finire ora alla medicina estetica poiché, paralizzando i muscoli della faccia, rende senza rughe il volto. Dalla formula della tossina originale vengono purificate e preparate diverse tossine. Tutte sono però accomunate dal meccanismo d'azione che inibisce il rilascio presinaptico di acetilcolina da parte della cellula nervosa. Se la trasmissione neuromuscolare è bloccata, le fibre muscolari si paralizzano. L'effetto comincia 3-4 giorni dopo l'iniezione intramuscolare ed ha una efficacia che va da 3 a 6 mesi a seconda dei pazienti. Trascorso tale periodo i neuroni tendono a rigenerare le loro terminazioni dalle estremità paralizzate e ristabiliscono la connessione con il muscolo, che riprende forza e perde l'effetto terapeutico. Non vi è segnalata nessuna tossicità.

Questa pagina del sito incoraggia l'utilizzo di un farmaco che viene ampiamente usato in medicina ma NON è ancora approvato dai nostri organi di Vigilanza per l'utilizzo nelle paralisi ostetriche del plesso brachiale.

Dal punto di vista formale il suo uso viene giustificato valorizzando alcuni fenomeni presenti nella evoluzione delle paralisi ostetriche e cercando, in questo modo, una analogia di trattamento con alcuni aspetti delle paralisi cerebrali infantili, patologia per la quale la tossina è ampiamente approvata.

Tuttavia, nel mondo, la tossina botulinica sta venendo sempre più considerata come un utile presidio terapeutico per alcune sequele (vedi capitolo relativo) altrimenti irrisolvibili, anche se non tutti tra i colleghi che si occupano del trattamento di pazienti con paralisi ostetriche ne riconoscono la validità.

L'utilizzo principale che mi sento di consigliare ad occhi chiusi (sia per la presenza di dati in letteratura sia per gli eccellenti risultati da me direttamente constatati) é nel trattamento delle cocontrazioni bicipite-tricipite. Accade talora, che dopo una reinnervazione (specie nelle paralisi totali) si assista a fenomeni di totale assenza di movimento legata alla contrazione simultanea di due muscoli dalla funzione opposta. L'arto sembra inattivo, anche se la sua immobilità deriva dallo scontro di forze che si annullano l'una con l'altra. La tossina è in grado, dopo poche somministrazioni in genere sul tricipite, di autonomizzare le due funzioni.

L'uso invece più frequente, ma che non é il principale nè come costanza né per riproducibilità di risultati è la deformità in flessione di gomito, specie nei casi in cui vi é una iperattività del bicipite. Noi stiamo effettuando, in questi casi, numerosi trattamenti, i cui risultati sono molto incoraggianrti anche se ancora non possiamo dare percentuali e non sappiamo se e come i guadagni fatti si attesteranno nel tempo.

Tuttavia, forti della consapevolezza che non vi sono delle valide alternative ( la chirurgia non è di nessun aiuto) e che il trattamento é soltanto un poco fastidioso ma non dannoso (il bicipite tra l'altro attenua il suo ipertono, ma il bambino rimane perfettamente in grado di flettere il braccio) stiamo proseguendo lo studio e abbiamo reclutato diversi candidati. Siamo soliti associare alla iniezione di tossina il confezionamento di un piccolo tutore di plastica (splint), termomalleabile, che possa essere modificato ed adattato, durante il sonno, alle diverse variazioni dell'angolo di estensione del gomito ottenute durante il trattamento.

Abbiamo provato, più raramente, il suo utilizzo nella contrattura in intrarotazione iniettandola nei muscoli sottoscapolare e gran dorsale. Le esperienze sono però modeste e poco incoraggianti per la vigorosa iperattività di questi muscoli e perché, qui, la chirurgia offre, in un'unica soluzione, sicurezza e stabilità di risultati.