La sindrome regionale complessa (CPRS)

Per sindrome regionale complessa si intende il complesso di sintomi un tempo definito distrofia simpatico-riflessa e caratterizzato dalla presenza di dolore, alterazioni anatomiche (gonfiore, arrossamento, rigidità articolare) e impotenza all'uso. Essa si può presentare, fortunatamente assai di rado, dopo traumatismi degli arti (esempio la frattura complessa di avambraccio-polso), dopo lesioni nervose con meccanismo particolarmente distruttivo (scoppio, lacerazione) o dopo interventi chirurgici sovente considerati di ordinaria amministrazione.

Caratteristica comune a molti di questi casi, infatti, é che la sensazione di estremo dolore e la conseguente incapacità ad utilizzare l'arto appaiono al medico che ha in cura il paziente grandemente sproporzionati e incomprensibili se rapportati alla relativa normalità dell'evento traumatico.

Le alterazioni anatomiche (rossore, ipersudorazione, gonfiore, rigidità articolare) testimoniano però di una reazione individuale al trauma di tipo abnorme, che non recede dopo il solito periodo di convalescenza e di fisiochinesiterapia, ma che anzi sembra aumentare nel tempo innescando un circolo vizioso che amplifica il dolore e l'impotenza funzionale.

Sovente l'incapacità a riconoscere questa sindrome porta il curante a considerare "fissato" il paziente ed a rifiutarlo o a trattarlo con insofferenza e farmaci sedativi ad alte dosi.

In molti casi poi, comprensibilmente, il paziente fa della sintomatologia dolorosa il centro di tutta la sua vita di relazione, con conseguenze a volte anche disastrose sugli affetti e i rapporti sociali.

Nelle prime fasi é importante sospettare precocemente l'esistenza di questa sindrome e combattere il dolore con ogni mezzo, per spezzare il circolo vizioso che porta a sempre maggiore immobilità dell'arto con rinnovato dolore ad ogni tentativo ulteriore di fisioterapia. Vi sono alcuni farmaci che possono aiutare nell'intento, ed anche una spiegazione tecnica dei meccanismi che stanno alla base di questa sindrome può contribuire ad aiutare i pazienti meno gravi.

Nei casi più difficili e non riconducibili a queste forme di terapia, si possono tuttavia ottenere ottimi risultati con la neurostimolazione delle vie dolorifiche a monte della lesione, mediante piccoli elettrodi multipolari (visibili nella foto a dx) che vengono impiantati e posizionati all'interno dell'organismo (impianto epidurale cervicale nella foto a sin) e che restano totalmente invisibili dall'esterno.

E' necessaria una accurata selezione dei pazienti candidati a questa procedura per ottimizzare i risultati e non disperdere preziose risorse della comunità (ogni neurostimolatore ha un costo superiore ai 12.000 €).